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  • Federica Calabrese e Margherita Picaro

Spazio Libri: Innamorata di un angelo

“Una mattina ti svegli e sei già un'adolescente. Così, senza un avvertimento, dall'oggi al domani, ti svegli nel corpo di una sconosciuta che si vede in sovrappeso, odia tutti, si veste solo di nero e ha pensieri suicidi l'84 percento del tempo. E io non facevo eccezione.”


Iniziamo questo spazio libri con un romanzo bomba: "Innamorata di un angelo ", di Federica Bosco, il primo di un'ormai collana di romanzi di genere narrativo. Seguito da "Il mio angelo segreto", "Un amore di angelo" e dal nuovo "Un angelo per sempre", questo romanzo è adatto principalmente per le ragazze adolescenti.

"Innamorata di un angelo" racchiude una storia moderna, raccontata dall'autrice «con la travolgente e sottile ironia che la contraddistingue» (come afferma Panorama).

Mia Foster Benelli, sedici anni, ribelle, determinata e ironica, punta a realizzare il suo sogno: entrare nella scuola di danza più prestigiosa del mondo, la Royal Ballet School di Londra, dove le selezioni sono durissime e il costo della retta è molto alto per Elena, la madre di Mia, single e con un lavoro che non le da soddisfazioni.

A complicare il tutto c'è l'amore segreto e passionale che la protagonista prova, sin da piccola, per Patrick, il fratello della sua migliore amica.

Mia, infatti, non sarebbe mai in grado di rinunciare al suo sogno o all'amore della sua vita. Ma il destino, come sempre del resto, metterà la giovane ballerina davanti ad una scelta difficile e dolorosa.

«Una commovente favola moderna sui sentimenti e la magia»

Ansa

«Il primo capitolo di una trilogia positiva e appassionante».


Claudia Rocco, Il Messaggero

«Immaginate dei protagonisti di una bellezza disarmante, una storia d’amore, un sogno da realizzare. Metteteli in un volume dal titolo Innamorata di un angelo e qualcosa vi suggerirà un finale da fiaba. Non facciamoci prendere in inganno: in questo libro l’happy end non esiste.»


Gabriele Ametrano, Corriere Fiorentino

«Dalla più britannica delle scrittrici italiane una favola moderna su sentimenti e magia»


Roberta Maresci, Il Tempo

«Racconta con travolgente e sottile ironia una straordinaria favola moderna, intrecciando il reale al sorprendente e all’inaspettato».

L’Avanti!

Federica Bosco è una scrittrice di origine Milanese, nasce il 25 settembre 1971. All’età di quattro anni si trasferisce a Firenze a causa della sua salute cagionevole. All’età di 11 è impegnata da mille attività (tra cui la danza classica, il pianoforte e l’equitazione), tentativo dei genitori di sconfiggere il suo carattere timido. All’età di tredici anni, con l’adolescenza, la timidezza viene sconfitta e da lì in poi in famiglia è guerra, viene quindi praticamente “murata” viva fino ai 19 anni. Nel ’92, poi, lascia Firenze e si arruola nel Club Mèditerranèe e gira il mondo lavorando come hostess, coreografa e responsabile animazione. Tornata a casa cinque anni dopo inizia una sequenza di lavori precari e insoddisfacenti, qualunque cosa per rimanere indipendente. Inizia, così, a scrivere il suo primo libro, in cui mette dentro tutto il sarcasmo di cui è capace. Esordisce nel 2005 con il primo romanzo di una trilogia: Mi piaci da morire (seguito da L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita) che ha avuto ben diciotto ristampe nell’arco di due anni. Nel 2009 arriva seconda classificata al Premio Bancarella con S.O.S amore. Nel 2011 pubblica il primo capitolo della sua seconda collana: Innamorata di un angelo. Il 5 ottobre 2020 esce l’atteso quarto capitolo della serie, Un angelo per sempre.


Vi presentiamo ora una piccola intervista che possa magari aiutarvi a conoscere meglio Federica Bosco:



In un’intervista al sito di Io Scrittore ha dichiarato che molti dei suoi romanzi vengono considerati chick lit. A volte questo genere – come anche la letteratura detta ‘al femminile’ – soffre di qualche pregiudizio. Lei come cerca di scardinarli? “Andando avanti, continuando a lavorare con onestà intellettuale, continuando a crescere. I miei ultimi romanzi sono molto diversi dai primi dove cercavo un ritmo più scanzonato, quasi da sit com, ora le lettrici mi accusano di farle piangere (che per me è una vittoria). Fortunatamente di chick lit sento sempre meno spesso parlare, ma l’etichetta ‘rosa’ è ancora molto difficile da staccare dallo scaffale. Si sa che i libri seri sono quelli scritti dagli uomini, mentre le donne si ‘trastullano’ con le storie d’amore. Lasciamoglielo credere… Ho alcune amiche scrittrici che stimo molto, ci sosteniamo a vicenda, facciamo squadra, è già una conquista”.


Crede che nel mondo del libro ci siano differenze tra uomini e donne, non solo nel momento della pubblicazione, ma anche per come vengono accolti dal pubblico?

“Sì, lo credo, e credo che sia un difetto tipicamente italiano. Un retaggio culturale che non cambierà finché non ci sarà stato un completo ricambio generazionale. Il mercato anglosassone per esempio è molto più meritocratico: se produci qualcosa che genera indotto non importa di che genere sei. Immagino se qualcuno avesse proposto 50 sfumature in Italia, probabilmente avrebbero storto il naso. Sophie Kinsella ha creato un impero, la Rowling è una delle donne più ricche al mondo, e qui parliamo ancora di ‘libri rosa’”.


Per una scrittrice che ha deciso di fare dell’amore e del sentimento il cuore della sua scrittura, qual è l’aspetto più importante da coltivare?

“In realtà ho fatto delle relazioni il centro della mia scrittura, quelle sentimentali, di amicizia, con i genitori, i figli, i colleghi. Tutta la nostra vita è relazione, e di conseguenza sentimenti, amore, odio, aspettative, delusioni, sorprese, speranze, morte. Cerco di essere più realistica possibile, non amo le storie scontate, romanzate, plastificate. Tutta la nostra vita è un continuo conflitto con noi stessi e gli altri, un continuo credere che una volta ottenuto l’amore ideale, il lavoro dei sogni o la casa perfetta saremo finalmente felici, per poi renderci conto che non è così, e finiamo per sentirci delusi, confusi e profondamente in colpa. Finché non riusciamo a scardinare le abitudini e le aspettative inculcate dai genitori e dalla società siamo destinati alla frustrazione. Per questo ogni volta che scrivo una storia parto da qualcosa che ho urgenza di comunicare, qualcosa che ho vissuto (la fine di un amore, la perdita di un amico, un dolore), qualcosa di cui ho paura (un cambiamento, un dubbio) o qualcosa che avrei voluto fare, ma non ho avuto il coraggio. È essenziale per me creare una forte empatia col lettore, riuscire attraverso il mio vissuto a crearmi e creare nuove speranze, perché credo fermamente che un libro che arriva al momento giusto può salvarti la vita”.


Parliamo sempre di donne, letteratura ed editoria. In quanto donna, come ha vissuto il suo percorso nel mondo dell’editoria? “Quando ho cominciato a scrivere avevo più di 30 anni e non avevo mai pensato che sarei diventata una scrittrice. Ho lavorato molto, sono uscita di casa a diciannove anni mi sono sempre mantenuta da sola, e sono sempre stata una persona molto concreta, quindi mantenermi scrivendo romanzi non rientrava davvero nei miei progetti. Questo mi ha fatto sempre tenere i piedi per terra, so di essere fortunata e onoro il dono che ho ricevuto al meglio che posso. Ho avuto il privilegio di lavorare con grandi editori (Newton Compton, Mondadori, Garzanti, Vallardi) e ottimi editor. Non sono una grande presenzialista, preferisco stare a casa, lavorare sodo, comunicare coi social. In questo rientro molto nell’immagine classica dello scrittore”.


La trilogia dell’Angelo ha avuto enorme successo anche tra gli adolescenti, proprio perché i protagonisti sono giovani. “Serva me. Servabo te” è diventato un tormentone. Alcuni hanno anche tatuato questa frase. Immaginavi tanto clamore, tanto affetto?

Non lo avrei mai immaginato, ma se ripenso allo “stato di grazia” in cui mi trovavo nel momento in cui l’ho scritto mi dico che non poteva che essere così, una specie di dono dell’ Universo. Era come se fossi il tramite di una voce superiore, sono andata a scandagliare meandri a me sconosciuti e l’ho fatto con un’intensità tale da farmi venire un esaurimento nervoso alla fine. Una storia che ho amato e amo disperatamente, sull’amore, la vera passione, l’amicizia e il sacrificio. Ho unito tutti i miei amori e le mie passioni (Londra, la danza, gli angeli) e ho creato quella che era per me la storia perfetta.

Federica Calabrese e Margherita Picaro

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