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  • Luca Tonini

SANGUE E MUSICA: V3IN

“Solo musica, vedo solo musica. Ora come ora vedo pensare e musica, sono le cose che farò della mia vita. È per questo che voglio fare lettere o filosofia all’università, per pensare, pensare tantissimo, pensare a ciò che altri hanno detto o scritto, provare ad immedesimarmi in loro”

V3in (aka Francesco Pellegrino) è un artista padovano classe 2001. In dicembre è uscito il suo primo EP: “Off Shore”, al largo. Che V3in voglia prendere il largo? Ho provato ad estrapolargli delle risposte.

“La musica che faccio nasce personale, per me. Però, quando ho finito di scriverla, sento il bisogno di non averla più mia; voglio darla a tutti. Ad esempio, quando è uscito il disco non ho pensato -spero che piaccia-, ma -spero che qualcuno ci si ritrovi-. Per me è più importante che una persona s’immedesimi in quel che racconto, magari in modo da poter poi trovare uno spiraglio, un raggio di sole. Non mi interessa tanto che piaccia, più che tocchi, che smuova qualcosa, tramite le mie esperienze, ciò che penso od immagino, perché magari la mia è una situazione ipotetica in cui avrei reagito in quel modo, ma per qualcun altro può essere una situazione vera in cui quel qualcuno ha davvero reagito così.”

-V3in, come nasce?

“Faccio musica da quando avevo 5 anni; ho fatto 4 anni di conservatorio e 3 di pianoforte prima. Vivo perennemente con la musica, se non sono con qualcuno, sono con la musica. Non c’è un momento di silenzio nella mia vita.

Una delle cose che rimangono per sempre con te è il tuo sangue, che scorre nelle vene. La musica non mi lascia mai, mi scorre dentro. Perciò è nato V3in! Poi però Instagram non me l’accettava, e ho aggiunto l’off di “official” e tutti hanno cominciato a chiamarmi V3inoff [ride]. Poi ogni tanto mettevo V3in e altre volte V3inoff. V3in quando ero un po’ più cattivello, V3inoff quando ero più dolce. […] Musica dura la facevo all’inizio. Ho cominciato facendo quella; come tutti, del resto, facendo freestyle. Quindi le prime canzoni erano contro un’ipotetica persona, ma effettivamente non erano contro nessuno. È nato un po’ così. Poi un po’ di cose sono successe ed ho cominciato a mettere nella musica quello che avevo nello stomaco e mi sono accorto che se sono cattivo è perché ho meno da dire, è tutto un personaggio. Se faccio un pezzo cattivo ci metto la mia scrittura, il mio divertimento, non propriamente me stesso. Però, quando faccio canzoni più chill, che è la mia vibe, dico solo cose mie, personali. […] C’è stato un momento in cui ho proprio capito che dovevo fare questo tipo di musica, cioè poco prima della rottura di una relazione, perché prima volevo esprimere le mie emozioni ma non ci riuscivo, perché forse in quel momento non erano abbastanza forti da essere espresse; però quando mi sono reso conto che la relazione stava finendo il sentimento è stato abbastanza forte da esplodere in una canzone; s’era aperto il lucchetto, e quindi ho cominciato.”

In “Ikea”, seconda traccia dell’EP, V3inoff comincia dicendo: ”Al limite tra amore e psichiatria c’è la faccia mia”. Mi sono più volte interrogato su questo limite, e quindi ho colto l’occasione per chiedergli cosa intendesse.

“C’è un filo sottilissimo tra amare una persona, provare dei sentimenti in modo -normale- e provarli in modo esagerato, diventando pazzo, uscendo di testa. Certi stati d’animo, certi sentimenti nella mia vita mi hanno fatto veramente uscire di testa. Un mio grande difetto è la gelosia, ha corroso una mia relazione in particolare, perché era amplificata così tanto da spezzare il filo e mi ha portato a diventare pazzo; quindi, al limite tra amore e psichiatria, la follia, essere rinchiuso perché pazzo, c’è la faccia mia. Il fatto è che l’amore può diventare una malattia mentale.[…] Sono sempre stato una persona romantica, legata ai sentimenti, più di quanto in realtà si veda, ma allo stesso tempo ho sempre cercato di prendere con calma, con razionalità, tutte le situazioni che mi si sono presentate davanti. L’amore è diverso, però, ti prende. La mia tristezza deriva in gran parte dall’amore, perché è una delle poche cose che mi intorpidisce il cuore, cosa che odio ma amo. Secondo me è l’unico sentimento che ti apre dentro e ti fa vedere come sei fatto.”

Estratto da “Domande a Pelle”, 17/01/2020.

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